Il mercoledì delle ceneri di Antonello Dinapoli – La recensione

Se siete alla ricerca di un noir, con protagonista un commissario di polizia chiamato a risolvere il caso il giorno prima di andare in pensione o di un thriller con il suo bravo serial killer che colleziona cadaveri perché la mamma da piccolo lo sculacciava troppo di frequente, avete sbagliato libro. I colori de Il mercoledì delle ceneri non sono né il nero né il giallo ma piuttosto il grigio che colora tristemente i luoghi e i personaggi del romanzo d’esordio di Antonello Dinapoli. Nonostante non manchino i morti ammazzati, pusher e una partita di oppio che gioca brutti scherzi questo libro non si lascia intrappolare dentro i confini del romano di genere e ci regala uno spaccato di vita nel nebbioso nord del nostro paese.
Tutta la storia si svolge nell’arco di un giorno, fra il martedì grasso e il mercoledì delle ceneri, e segue due strade che più volte si incrociano. Da un lato, e in prima persona seguiamo le vicende di Michele, un professore che spaccia ed é conosciuto come “Il filosofo”, dall’altro la voce narrante ci porta a seguire la giornata di Marina e Giordano due suoi studenti. Grazie al personaggio del professore il romanzo prende la strada dell’ironia e del sarcasmo più crudi. Il professore é un gran figlio di puttana con la lingua lunga, il cervello fino e pochi scrupoli. Non si può non amarlo fin da subito, pur sapendo di stare dalla parte dei cattivi. Quando il punto di vista del narratore ci porta sui due ragazzi il registro cambia e Dinapoli sa regalarci pagine intense che parlano con uno stile convincente di disagio, di depressione, di famiglie contorte, di infanzie e adolescenze negate.
Altra protagonista del romanzo é la droga, dipinta, non tanto come la sostanza che crea dipendenza e a lungo andare rovina la vita alle persone, ma piuttosto come una bomba che esplode nel cervello e che porta ad atti inconsulti e pericolosi. Eroina e cocaina vengono lasciate ai margini per dare spazio ad oppio e acidi e a tutto quello che provoca uno sballo immediato. Droghe da festa, droghe in maschera.
La trama fila via liscia come l’olio, senza intoppi né incoerenze, con personaggi di contorno anche grotteschi ma che non risultano mai fuori luogo. Il ritmo della narrazione é sempre sostenuto e si arriva al finale felici di aver letto finalmente qualcosa di diverso, di originale e soprattutto scritto bene, molto bene.
Il mercoledì delle ceneri meriterebbe ben altra distribuzione e considerazione tanto da chiederci ma perché i romanzi di scrittori che facevano i comici negli anni ‘80 vengono spacciati per dei capolavori e invece una storia come questa non possa rientrare nel mainstream letterario. Probabilmente se lo chiede anche l’autore che per vendetta fa morire un suo personaggio subito dopo aver consigliato la lettura di un romanzo dell’ex comico. Come dargli torto?

Ottobre 2012

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