L’ultimo concerto di Pino Casamassima – la recensione –

Oggi vi propongo una recensione di un libro che magari non troverete proprio in ogni libreria ma che merita di esser preso in considerazione, si intitola L’ultimo concerto scritto dal giornalista e scrittore Pino Casamassima.

5 Luglio 1971. E’ questa la data storica chiave dell’ultimo romanzo del giornalista e scrittore Pino Casamassima. Il 5 luglio 1971 a Milano, al Velodromo Vigorelli, si esibirono i Led Zeppelin e quel sfortunato concerto diventa un episodio fondamentale nella vita di un gruppo di giovani di un collettivo di sinistra a Salò. Affascinati dall’America di Hemingway e Kerouac, impattano contro gli echi della guerra in Vietnam e prendono posizione scoprendo che “le guerre non erano soltanto un’interrogazione di storia”. Politicamente impegnati e amanti del rock vivono le loro vite di provincia come tanti giovani all’inizio degli anni settanta, non dimenticando la passione per donne e motori, come tanti altri, anche come i “fasci” con cui devono fare i conti in una stagione che anticipava gli anni di piombo ma che si portava già dietro l’eco dei morti per strage e i primi omicidi politici.

La notizia dell’arrivo degli Zeppelin in Italia sconvolge ed esalta il gruppo che parte alla volta di Milano pieno di speranze e aspettative. Ma l’organizzazione di quel concerto fu scandalosa sia per la scelta della location, troppo ridotta per un rock band del genere, sia per la scelta di inserire la performance nell’ambito di una manifestazione di musica leggera in voga in quegli anni; il Cantagiro, che abitualmente aveva ben altro pubblico. Il concerto durerà solo 26 minuti e poi verrà sospeso per motivi di ordine pubblico, primo episodio di una serie che durerà anni e che isolerà completamente l’Italia dai tour dei grandi artisti stranieri.

La morte prematura di quel concerto e delle aspettative che i protagonisti gli avevano riservato diventa la metafora di tutte le sconfitte patite in quegli anni da chi credeva, lottava e sognava ideali libertari. Ed per questo che, per i protagonisti del romanzo di Pino Casamassima, c’è un prima 5 luglio 1971 e un dopo 5 luglio 1971 come se quel mancato appuntamento con la storia avesse tranciato di netto le vite di quei giovani costretti a lasciarsi alle spalle, oltre che la gioventù, anche i sogni e gli amici che se ne vanno troppo presto.

L’ultimo concerto è un romanzo breve, che diverte ed emoziona ma ha la pecca di essere un romanzo breve, un po’ troppo breve. E’ un peccato che storie e personaggi non siano stati sviluppati di più. Finito il libro si resta un po’ con l’amaro in bocca per non essere riusciti ad entrare più profondamente dentro la storia ma per averla solo sorvolata dall’alto. Ma è una storia che in ogni caso va letta per chi vuole ricordare con malinconia e per chi vuole saperne di più di quegli “anni affollati”.

Aprile 2015