Lipa – visita al nuovo museo

Ieri sono stato a Lipa e ho visitato il Memorijalni centar Lipa pamti (Centro commemorativo Lipa ricorda) cioè il nuovo museo che è stato inaugurato nel mese di aprile di quest’anno.

L’edificio che lo ospita è stato completamente ristrutturato, esternamente ed internamente, e il materiale presente nel vecchio museo è stato integrato con nuovi documenti e fotografie che vengono ora presentate al pubblico in una veste più moderna.
Oltre al materiale dedicato alla strage del 30 aprile 1944 il museo offre uno spazio anche alla storia di Lipa dalle sue origini e al delicato periodo della rinascita nel dopoguerra. Ho parlato a lungo con i curatori del museo e grazie a Aleksandar-Ivan Tatić, che parla perfettamente italiano, sono venuto a conoscenza di particolari nuovi e mi sono state date delle conferme rispetto ad aspetti dubbie della vicenda. Nonostante non sia ancora stata fatta piena luce su quanto successe in quel tragico pomeriggio ora comunque si può disporre di un quadro abbastanza completo. Una delle cose che mi premeva di più chiarire era l’effettiva esistenza di una fotografia di cui avevo letto ma di cui dubitavo l’esistenza.

La prima volta che sentii parlare di Lipa fu grazie ad un articolo del quotidiano Il Piccolo di Trieste del 30 aprile 2010. In questo articolo si parlava dell’esistenza di una gigantografia che ritraeva un soldato tedesco nell’atto di colpire, con lo stivale, un bambino che fuggiva da una casa in fiamme, cioè l’edificio numero 20 all’inizio del paese, dove furono rinchiuse decine e decine di persone che morirono arse vive.
Mi domandai com’era possibile che una fotografia di una crudezza simile che testimoniava una tale atrocità non era conosciuta in tutto il mondo ma risiedeva in un piccolo museo di un piccolo paese di cui tutti comunque ignoravano la storia. Quando visitai Lipa, per la prima volta, di questa fotografia non trovai traccia. Tentai di saperne di più ma la curatrice, ora in pensione, la signora Danica Maljavac, non parlava né italiano né inglese e quindi la comunicazione risultò alquanto difficile. Ieri ho avuto la conferma che la storia di questa fotografia, che Aleksandar-Ivan Tatić e la collega conoscevano, è una bufala. Quindi anche su storie tragiche come quella di Lipa c’è qualcuno a cui piace raccontar panzane, sembra difficile crederlo ma è così.
Però è saltata fuori una nuova fotografia, che vi propongo nella galleria sotto (l’ultima in fondo a destra), abbastanza importante perché si vede un tedesco che sembra proprio che stia fotografando, quindi di fotografi durante la strage c’e ne erano almeno due e poi perché un soldato ripreso di spalle sembra avere una divisa italiana e non tedesca. Dalla piacevole conversazione con i curatori del museo sono emersi poi altri aspetti, sul numero di bambini rimasti uccisi, sul numero di sopravvissuti che si trovano all’interno del paese durante la strage, sul reparto tedesco che l’avrebbe compiuta. Aspetti che mi porteranno a correggere il testo del reading affinché sia il più storicamente esatto possibile.

Il museo ha, da un mese circa, un sito il cui indirizzo è: http://lipapamti.ppmhp.hr
Potete anche scaricare la brochure in lingua italiana cliccando qui
E qui sotto trovare la galleria delle foto che ho scattato.

Cliccare sulla singola foto per ingrandirla

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